martedì 10 aprile 2012

Dungeons & Dragons: onore al merito


Citando il celebre umorista Leo Longanesi in una delle sue più belle frasi mai pensate “La fantasia è la figlia diletta della libertà” credo che mai citazione fu più calzante per due persone come Ernest Gary Gygax e Dave Arneson.
GARY GYGAX
DAVE ARNESON
Molti di voi (soprattutto i più attempati) sapranno già di chi stiamo parlando, ma per coloro che alla vista di questi due nomi non hanno acceso alcuna spia nella testa, consiglio fortemente di continuare a leggere per capire di chi stiamo parlando.
Riagganciandomi alla citazione su detta, se comprendiamo la parola ”libertà” nella sua accezione di possibilità di pensare e parlare, sicuramente Gygax e Arneson sono riusciti nell’intento di celebrare con la loro vita quanto affermato dal Longanesi.

Nell’anno 1974, infatti, sotto l’egida dell’azienda TSR (Tactical Studies Rules) oggi meglio conosciuta come Wizard of the Coast, nasceva per loro opera, il gioco di ruolo Dungeons & Dragons (d’ora in poi D&D). Quando infatti sul panorama ludico imperversavano giochi puramente versati alla strategia ed alle meccaniche rigide del dado, loro capirono che la forza del divertimento sarebbe stata incentrata sullo sviluppo della fantasia, della narrazione e sull’interazione attiva dei partecipanti.

 Dal principio l’originale D&D, fu pubblicato in un'unica scatola bianca con 3 manuali all’interno, manuali spartani, con poche regole e scarse linee guida per un gioco che incentrava tutto sulle idee e sul dialogo. Solo molti anni dopo arrivò una traduzione in italiano, dove i 3 manuali venivano al contrario suddivisi in 3 scatole differenti (tutte vendibili separatamente), che venivano arricchite di moduli di avventura e piantine per la trasposizione su miniatura.
Rileggendo ora il gioco, verrebbe quasi da ridere per la sua semplicità e per i suoi evidenti limiti corretti (non molti potrebbero essere d’accordo, me compreso) con ben 4 revisioni del regolamento fino ad oggi. Ma tutto apportava un vento di novità perché per la prima volta nella storia un gioco ti permetteva di creare un alter ego personalizzabile, dotato di vita, di animo e di carattere, il tutto catapultato in un mondo fantastico che ognuno di noi avrebbe voluto vedere anche solo per curiosità.

Nella prima edizione non esistevano professioni, ma i personaggi  venivano classificati in base alla razza, (nano picchiatore, umano guerriero, halfling ladro e via dicendo) non esistevano classi di armatura né tiri aperti o abilità, esisteva solo ed esclusivamente la voglia di raccogliere punti esperienza per permettere al proprio eroe di crescere ed essere abile ad affrontare sfide sempre più avvincenti. Non sto qui a ricordare i pregi ed i difetti di un gioco la cui gloria ormai riecheggia negli anni, ma mi basta dire che attorno al mondo di D&D sono nati migliaia di romanzi, centinaia di ambientazioni, decine di videogiochi, libri game, manifestazioni, film, boardgame, ruoli vivi e qualsiasi manifestazione che oggi caratterizza il nostro ambiente ludico.
Nulla oggi sarebbe esistito, quindi, senza l’incipit di due grandi maestri come Gygax ed Arneson.
Oggi sorrido, quando ricordo con tenerezza la faccia che feci estasiato, aprendo la famosa scatola rossa, che ancora oggi mi permette di sognare, viaggiare e di sorridere insieme ai miei amici, perché in fondo in fondo questa è la magia vera del D&D.
All’ingresso del Gen Con (famosissima fiera del gioco che si svolge annualmente negli USA) una targa commemorativa dedicata a Gygax recita così : “ Al primo Master, ci insegnò a lanciare i dadi e aprì le porte su nuovi mondi, per questo noi lo ringraziamo”
Questo articolo nasce con l’intento di onorare i padri fondatori del gioco, morti recentemente ancora con la penna in mano, intenti a vivere e farci vivere nuove esperienze.

2 commenti:

  1. Bell'articolo, complimenti. Onore al merito davvero, una cosa che disse Gygaz in una intervista alla domanda "Come ha inventato il gioco di ruolo?" rispose dicendo "io non ho inventato niente, ho osservato i bambini, infatti essi quando giocano a cowboy e indiani giocano di ruolo..."

    Una persona umile a cui oggi dobbiamo rendere merito per aver fatto partire un meccanismo che ad oggi ci ha dato davvero tanto e continuerà a farlo per tanto tempo.

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  2. Un grazie sentito per averci insegnato che la fantasia e la creatività non ha tempo.

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